di Luca Vanzulli
Blogger, Planning & Control Specialist, Content Marketer
Le PMI si trovano ad operare in un contesto sempre più complesso e in continua evoluzione. L’iper-competitività del mercato e l’incertezza completano il quadro e spingono l’imprenditore ad essere sempre più attento e focalizzato sulle tematiche di controllo di gestione e pianificazione finanziaria.
Spesso la scarsa cultura aziendale porta il management a concentrarsi fondamentalmente sulla parte di produzione, di approvvigionamento e di commercializzazione, tralasciando erroneamente la gestione aziendale. Oggi non è più possibile navigare a vista: occorre pianificare rischi ed eventuali squilibri attraverso un attento sistema di pianificazione, controllo e misurazione dei risultati.
In molte realtà aziendali è lo stesso imprenditore a seguire a “tempo perso” il controllo di gestione. Questo approccio è tuttavia ormai desueto e poco proiettato a portare valore aggiunto all’azienda. L’imprenditore deve focalizzarsi sul core business dell’azienda e affidarsi a partner o collaboratori affidabili per l’implementazione e il miglioramento di processi e attività interne di supporto.
Ma come fare a rendere più proattivo e strutturato il controllo di gestione in una PMI? Se non si ha la possibilità di incrementare le risorse umane o formare qualcuno internamente, può essere decisamente opportunistico farsi seguire da un consulente esterno e direzionale, che dopo una pre-analisi sarà in grado di definire i giusti step di implementazione di un efficace sistema di controllo di gestione.
Ricorda: la consulenza di pianificazione e controllo non ha il compito di sostituirsi all’imprenditore ma deve essere un valido supporto strategico, che deve portare la PMI a evolvere e cambiare la propria cultura aziendale.
L’attività di un Advisor di controllo di gestione deve partire con una fase conoscitiva ed esplorativa dell’azienda: procede con la mappatura e l’analisi dei processi, procedure e dei meccanismi operativi presenti nelle aree aziendali. In seguito, saranno definiti in concerto con l’imprenditore i seguenti step:
Un simile approccio permette all’azienda di crescere e di implementare un sistema basato sulla dinamicità e il continuo miglioramento in modo che nel tempo possa diventare autonomo e che presumibilmente necessiterà di uno step successivo legato alla formazione di addetti allo svolgimento di determinate attività di analisi e monitoraggio dei risultati. In quest’ottica, ci sarà un vero e proprio cambio di rotta e il controllo di gestione, se supportato dal management, si diffonderà in modo trasversale in tutte le aree aziendali favorendo la creazione di valore e tenendo sotto controllo il rischio d’impresa.
Introdurre in azienda la figura di un advisor specializzato nella consulenza di controllo di gestione e pianificazione finanziaria ha il vantaggio di migliorare le performance aziendali e di accrescere il know how in termini di competenze e di cambiamento nel modo di operare e misurare i risultati aziendali. Il consulente controller una volta entrato in azienda dovrà procedere a una preliminary analysis ovvero una sorta di check list finalizzata a comprendere e conoscere sistemi e processi gestionali attualmente implementati. A titolo esemplificativo, si potrebbe ad esempio considerare di verificare se sono presenti i seguenti elementi chiave:
Come potete comprendere l’attività dell’Advisor controller potrà pertanto essere orientata su un cambiamento rilevante dei processi e sistemi di controlling o proiettare l’azienda verso frontiere di miglioramento specifiche e necessarie. Il consulente supporterà la vostra azienda con un focus preciso: creare un modus operandi efficace e fortemente orientato a definire gli obiettivi, misurare i risultati, supportare le decisioni aziendali e incrementare la sensibilità verso le tematiche di sostenibilità economica e finanziaria.
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