“Il mondo non sta cambiando. Il mondo è cambiato. Il business networking oggi è profondamente diverso da quello che era anche soltanto qualche anno fa, in particolare a seguito di prassi e consuetudini affermatesi nella business community internazionale. Il cambio di passo – e di stili – nel fare networking è derivato, però, fondamentalmente dall’utilizzo pervasivo degli strumenti digitali, dai nuovi strumenti di comunicazione istantanei alle piattaforme dedicate, LinkedIn in primis. A tutto ciò si aggiunga il fatto che il distanziamento sociale derivante dalla pandemia e che, molto probabilmente, ad intermittenza potrà caratterizzare il nostro quotidiano in futuro diventando anch’esso consuetudine, costituirà un ulteriore fattore da tenere in considerazione nel produrre del networking intelligente ed efficace.”
Si apre così – seppur in maniera ovviamente più estesa – l’introduzione al libro che ho scritto sul tema della gestione delle relazioni professionali oggi, ai tempi del digitale, dall’evocativo titolo “Business networking. L’importanza delle relazioni umane per una carriera di successo nell’epoca digitale” e appena pubblicato da Dario Flaccovio Editore
Il libro nasce sulla scorta dell’osservazione del mondo del lavoro oggi: in generale, infatti, qualsiasi business è stato stravolto da una serie di accadimenti che si potrebbero tranquillamente definire epocali, non in ultimo la necessità – derivante dalla situazione contingente – di lavorare perennemente online, dematerializzando processi, attività e relazioni. Ogni professionista, al di là del settore in cui opera, si trova oggi di fronte a domande rispetto alle quali non è assolutamente scontato riuscire a rispondere.
Per esempio: come costruire oggipercorsi professionali soddisfacenti e sostenibili nel tempo? Come svettare e reagire all’iper-competizione e all’avvento delle macchine e dell’intelligenza artificiale? Come rendere un’azienda o una qualsiasi singola professionalità significativa ed efficace a livello comunicativo nell’era dell’invasione digitale e del distanziamento sociale? La risposta, come si accennava sopra, certamente risiede nelle persone e nella capacità delle stesse di creare relazioni di valore che possano durare nel tempo. Senza trascurare le nuove tecnologie, anzi servendosene nel migliore dei modi.
Il digitale, ancora di salvezza nei lunghi mesi passati, ci ha sì consentito di rimanere in contatto e continuare a lavorare, ma ha anche distrutto la possibilità di imbattersi nell’inaspettato, nell’incontro davanti a un buon caffè o nel pranzo di lavoro: tutte occasioni durante le quali, tipicamente, possono nascere opportunità interessanti e altrimenti non intercettabili.
I buoni lavori non si trovano su Monster o sui più romantici annunci di giornale.
I clienti, per gli imprenditori, non si trovano soltanto inviando mail o investendo in campagne sui social media.
Serve qualcosa in più, l’arma segreta, che è proprio la più antica del mondo, ovvero la capacità di instaurare e mantenere proficue e sostenibili relazioni di valore, che possano realmente fungere da boost per qualsiasi business e professionista.
Lo dimostrano anche casi celebri, alcuni riportati anche nel mio libro, come quello di John Leahy, una vera leggenda tra i business man di tutto il mondo. Leahy, che nel corso della sua carriera trentennale in Airbus ha venduto aerei in giro per il globo per oltre mille miliardi di dollari, è considerato – a ragione – una pietra miliare nel suo ruolo e nel mondo delle relazioni d’affari. Leahy è ovviamente soltanto un caso, seppur celebre, di una lista lunghissima di professionisti nel campo delle vendite capaci di vendere il cosiddetto “ghiaccio agli eschimesi” e, a sua volta, il mestiere del venditore non è altro che un esempio plastico di un lavoro che richiede determinate soft skills tutte ugualmente utili anche nel networking, essendo entrambe le due attività basate fondamentalmente su una profonda comprensione delle dinamiche relazionali e umane.
Dunque, è solo una questione di skill native – soft in questo caso – o ci si può (e ci si deve) lavorare, persvilupparle al meglio? In particolare, come si fa oggi a costruire e gestire proficue e genuine relazioni di business attraverso lo schermo di un PC, di un tablet, di uno smartphone o di un qualsiasi device? Innanzitutto, per superare il limite derivante dall’assenza di fisicità e dei relativi segnali deboli (es. gestuali, non detto, percepito, etc.) tipico di una comunicazione a distanza, le relazioni di business on line possono essere rinforzate ricorrendo a due fattori, il coinvolgimento and la partecipazione dell’interlocutore.
Una connessione emotiva, anche attraverso il mezzo digitale, sollecita infatti l’apertura nei confronti dell’altro e porta a vivere più profondamente il momento presente, quello su cui si sta lavorando insieme e, di conseguenza, aiuta a costruire una relazione ad alto potenziale. Ciò ovviamente non è valido soltanto tra colleghi di una stessa azienda che si trovino a dover collaborare da remoto (in tempi di smartworking o work from home esasperato, ciò è vitale), ma è applicabile in qualsiasi relazione professionale mediata da uno schermo e da una connessione dati. Anche nel mondo digitale– come ripeto sempre – far sentire coinvolti i nostri interlocutori, in primis emotivamente, è la chiave per gettare le basi di proficue relazioni di business.
Ovviamente bisogna sempre ricordare le regole fondamentali del networking “classico”, che valgono tanto in presenza quanto da remoto, comeil fatto che non esiste un modo adeguato di comportarsi nella realtà e uno nel mondo digitale. I comportamenti adattati nella vita reale possono andare bene, solitamente, anche nel mondo dei pixel. La coerenza è un valore ed è essenziale nella costruzione del nostro personal branding che, a sua volta, attraverso le giuste capacità comunicative, potrà essere veicolato ai membri della nostra rete professionale.
Il futuro, certamente e per fortuna, tornerà ad essere caratterizzato tanto da relazioni in presenza quanto da quelle in digitale: il professionista di domani, quindi, necessiterà di un blend ben bilanciato di capacità che possano – quindi – aiutarlo a gestire relazioni tanto fisiche quanto digitali con egual successo ed efficacia. Il vero vantaggio competitivo per i professionisti del futuro, qualsiasi sia il loro lavoro, risiederà quindi sempre di più nelle rispettive capacità di costruire e mantenere nel tempo relazioni di valore.Sarò essenziale anche dotarsi delle skill adatte a usare al meglio i diversi canali comunicativi e di connessione digitali, LinkedIn in primis. La capacità di connettersi, curare e mantenere relazioni di valore e sostenibili nel tempo, anche grazie all’enabler digitale, sarà dunque la vera fonte di vantaggio competitivo per qualunque business e per ogni professionista. Il mio libro vuole aiutare il lettore a coltivare un business networking migliore fin da subito.
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